45° Alluvione, il Gruppo PdL: "Non solo commemorare, ma anche prendere spunto perché la politica valorizzi il ruolo del volontariato"

Questo l’intervento al consiglio comunale straordinario per celebrare il 45° anniversario dell’Alluvione del 4 novembre 1966 di Stefano Alessandri per il Gruppo del Popolo della Libertà

“E’ fondamentale celebrare oggi questa ricorrenza, ma che non resti solo una commemorazione; dobbiamo prendere spunto da quella tragedia perché eventi simili non si ripetano.
Negli anni, sono stati fatti passi avanti anche significativi nella prevenzione, ma al tempo stesso è scandaloso che vincoli di ogni sorta da parte della burocrazia blocchino opere fondamentali, anche a Firenze. La politica si deve far carico di rompere questi vincoli perché le opere vengano realizzate, dalle casse d’espansione a tutti gli altri interventi necessari a ridurre il rischio idrogeologico.
Ma nella tragedia, quella che siamo oggi qui a ricordare, c’è un aspetto positivo: è l’azione del volontariato e del primo embrione di quella che sarebbe diventata la Protezione Civile. Nel passato, tuttavia, ci si è appropriati dei volontari per mandarli a svolgere compiti che non gli sono propri, sfruttandoli di fatto come ‘manodopera a costo zero’. Così si rischia di sminuire e stravolgere il fondamentale ruolo del volontariato.
L’alluvione che, nei giorni scorsi, ha duramente colpito la Lunigiana e la Liguria è lì ancora una volta a testimoniare che, come una fiaccola che sia passata di mano, la forza del volontariato è pronta a manifestarsi laddove serve. Ed è ancora una volta la politica ad essere chiamata in causa, per valorizzare, e magari anche istituzionalizzare il ruolo dei volontari.
Facendo parte da anni della Protezione Civile, ho potuto vedere come nel tempo si siano andati perdendo i valori di riferimento. Ecco: gli angeli del fango di Firenze come quelli di Aulla e delle altre zone colpite da quest’ultimo evento sono eroi che la politica dovrebbe trovare il modo di valorizzare, anche citandoli ad esempio pubblicamente. Dico questo con una qualche riluttanza, perché quale membro dell’Arciconfraternita della Misericordia, ho ben presente lo spirito che anima chi, con la ‘buffa’ in testa per non farsi riconoscere, presta la sua opera di bene, che deve restare anonima come insegna il principio della carità cristiana, ma credo che la nostra società, oggi, abbia bisogno di poter guardare in faccia queste persone, ringraziarle e valorizzarle dotando al contempo le strutture cui appartengono degli strumenti giusti a tutti i livelli.
Infine, non dimentichiamo che il ruolo del volontariato si esplica non solo nel salvare vite umane e beni nel momento di un evento drammatico come un’alluvione, ma anche nel contribuire fattivamente alla sua prevenzione. Per questo, come amministratori di Firenze, dovremmo pensare anche a quale ruolo il volontariato possa svolgere in interventi di messa in sicurezza degli argini dell’Arno”.

(fdr)