45° Alluvione, Spini: "Troppo spesso la difesa del suolo non rappresenta una priorità. Troppe frammentazioni di competenze e lungaggini burocratiche"

L'intervento di oggi al Cenacolo di Santa Croce

Questo l'intervento dell'onorevole Valdo Spini in occasione del Consiglio straordinario sull'Alluvione che si è svolto stamani nel Cenacolo di Santa Croce:

"Il 45 esimo anniversario dell'alluvione di Firenze del 4 novembre 1966 avviene in un contesto generale reso drammatico dalle alluvioni delle Cinque Terre e della Lunigiana.Questo solo basterebbe a far constatare che la difesa del suolo, lungi dall'essere considerata una vera priorità, troppo spesso soccombe di fronte all’incapacità di darsi regole e di seguirle anche a costo di sacrificare interessi privati, con esiti tragici per la vita delle persone e per l’andamento della vita collettiva. Ma anche il quadro fiorentino non ci lascia tranquilli. E' vero che il livello della portata dell'Arno sopportabile a Ponte Vecchio è stato innalzato ma non coprirebbe tutta quella del 1966 se dovesse di nuovo realizzarsi. D’altro canto, per le caratteristiche dell’alveo dell’Arno,per il modo in cui scorre tra i ponti di Firenze, non esiste “L’Opera” che da sola può scongiurare l’alluvione, quanto una serie di complessa di opere necessarie per la messa in sicurezza del nostro fiume. Un fiume capriccioso, per certi aspetti torrentizio, la cui portata può aumentare di 300 volte in dodici ore rispetto ai periodi di secca. Quest’ultima evenienza,la siccità, peraltro, è oggi scongiurata dalla realizzazione dell’invaso (poi lago) di Bilancino che permette alla città tranquillità dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico.
Il fatto peraltro che per mettere in sicurezza la città dal rischio alluvionale sia necessaria una molteplicità di opere, rende il problema dell’efficienza operativa e gestionale di fondamentale importanza. Alla vigilia di questo anniversario, il segretario generale dell’autorità di bacino, Gaia Checcucci, ha lanciato un grido di allarme: ci sono centocinque milioni di euro disponibili che rimangono nel cassetto a causa della frammentazione delle competenze e delle lungaggini burocratiche.
Mettiamo allora i puntini sugli i. L’assetto nazionale in materia di difesa del suolo è stato radicalmente cambiato dal nuovo Codice dell’ambiente, che ha istituito sulla carta le Autorità di bacino distrettuali come nuovo organismo dotato di poteri incisivi in materia. Solo, che il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) che doveva istituire e regolare i distretti non è mai stato emanato. Per cui, non abbiamo più la struttura istituzionale vecchia, ma non abbiamo ancora quella nuova. Quando poi il segretario dell’Autorità di bacino dice che le quattro casse di espansione a Figline, per le quali ci sono quasi trenta milioni di euro disponibili, non partono perché si è dovuto aspettare per un anno la firma di Autostrade e che adesso aspetta il parere dell’Anas, non possiamo fare a meno di commentare che ambedue queste società sono sotto la vigilanza del Ministero delle Infrastrutture. Insomma si torna al governo nazionale e alle sue responsabilità.
E’ vero quanto viene affermato che Regione Toscana , delegando a suo tempo agli enti locali la gestione delle opere non ha più il controllo operativo della loro realizzazione E a questo bisogna rimediare.
Ma è altresì vero che le Autorità di bacino furono costituite perché ci fosse una programmazione e un controllo nazionale sui grandi fiumi italiani. Chi scrive dette a suo tempo una dura battaglia per comprendervi anche l’Arno (fiume che scorre tutto nella Regione Toscana) perché all’inizio, si voleva costituire le autorità di bacino solo per quei fiumi il cui corso corresse in più regioni. Il governo centrale quindi, deve assumersi le sue responsabilità e compiere quanto di sua competenza, operando quindi perché anche a livello regionale e locale si faccia altrettanto
I soldi per una completa messa in sicurezza della città ancora non ci sono tutti. Ma tanto più è colpevole non spendere quelli , e non sono pochi, che ci sono".
Valdo Spini
Già ministro dell’ambiente nel governo Ciampi.