45° alluvione, De Zordo: "Non sarò al Consiglio straordinario in Santa Croce"

"Celebrazione che stona con la mancata messa in sicurezza del territorio"

Questo l’intervento della capogruppo di perUnaltracittà Ornella De Zordo

“E' senz'altro importante ricordare quello che avvenne 45 anni fa, con l'alluvione e la straordinaria opera di riscatto e rinascita della città, della popolazione e di tanti/e volontari/e. Il rischio però che dal ricordo si cada nella celebrazione retorica e nell'autoreferenzialità è alto e nel caso del Consiglio straordinario nel Cenacolo di Santa Croce, con ospiti d'onore l’arcivescovo Betori, gli angeli del fango Marco Cellai e Erasmo D'Angelis, sembra prevalere proprio l'aspetto gratificante e mediatico della cerimonia. Impressione enormemente amplificata dalla considerazione che, a parte le ricorrenze, ben poco è stato fatto per affrontare in modo risolutivo il rischio alluvionale per l'Arno, e per la messa in sicurezza del territorio in generale.

Anzi, proprio in questi giorni siamo davanti all'ennesimo evento luttuoso dovuto sì all'eccezionalità delle precipitazioni, ma sicuramente anche molto al dissesto del territorio. E nonostante tutto, anche da parte di molti che ricorderanno in Santa Croce l'alluvione del '66, si continuano a ritenere prioritarie "grandi opere" che tali non sono se non per il giro finanziario che generano a favore di pochi: colpisce che già nel 1999 l'allora segretario generale dell'autorità di bacino Nardi avesse previsto interventi strutturali per il Piano di bacino dell'Arno per una cifra pari a oltre 1 miliardo e mezzo di euro, cioè quanto si presume ottimisticamente di spendere per il tunnel TAV di Firenze. E oggi apprendiamo addirittura che le poche risorse messe a disposizione sono ferme in un cassetto per inciampi burocratici.

Allora preferisco non partecipare a una celebrazione che rischia di esaltare principi che non vengono coerentemente applicati e di celebrare eventi del passato di cui non sono stati messi in pratica gli insegnamenti”.

(fdr)