Piano del Commercio, Gruppo PdL: "La norma ‘anti kebab' uccide le nostre gelaterie e pasticcerie artigiane"

Il capogruppo Stella: "Si abbia il coraggio politico di dire sì alla valorizzazione delle nostre tradizioni"

“Un piano senza coraggio che deprime la nostra economia”. Così i consiglieri del gruppo PdL giudicano il nuovo piano del commercio del Comune.
“La norma ‘anti-kekab’ così come studiata dall'amministrazione comunale ed inserita nel nuovo piano del commercio, alla fine non servirà a porre un freno alla proliferazione dei kebab in centro, ma ucciderà le nostre gelaterie e pasticcerie – hanno aggiunto i consiglieri di centrodestra –. Il Comune di Firenze nel nuovo piano del commercio ha inserito una norma che vieta “l'apertura di attività commerciali e/o artigianali che utilizzino, nell'ambito delle operazioni di trasformazione, cottura, preparazione, anche estemporanea, dei prodotti posti in vendita, alimenti precotti e/o surgelati”.
Non capiamo come possa essere sfuggito all'amministrazione comunale che gelaterie e pasticcerie artigianali usano per la preparazione del gelato e della pasticceria prodotti surgelati; se la norma dovesse rimanere in vigore così come concepita oggi colpirebbe quindi queste nostre attività.
Se questa amministrazione vuole colpire i kebab, abbia il coraggio politico di dirlo e farlo, lo faccia con forza e senza equivoci, come noi chiediamo da molto tempo, non si usino alchimie politiche per tenere insieme la maggioranza: colpire genericamente le attività artigianali che usano prodotti surgelati non serve a niente e danneggia le nostre attività artigianali.
Questo piano del commercio è un piano senza coraggio che non fornisce nessuna risposta alle imprese e deprime la nostra economia.
Non si danno risposte ai nodi irrisolti oramai da molti anni, come il proliferare di kebab e minimarket nel centro storico, non si valorizzano le imprese artigianali e le nostre attività storiche, ma si vietano le pizze a taglio. E' un piano che non combatte la rendita fondiaria, proibendo il trasferimento all'interno dell'area Unesco di alcune tipologie di attività come carrozzerie, elettrauto, riparatori di auto e moto”.
“Un piano del commercio deludente, poco attento sia all'innovazione che alla tradizione, ci aspettavamo molto di più per le imprese e più in generale per Firenze” hanno concluso.

(fdr)