Commissione Controllo, Bonifazi (Pd)): "Galli più che rabbia fa tenerezza. Non si amministra con la superficialità e l'approssimazione"

Bassi (Pd) e Scola (IdV): "Oggi la maggioranza ha dovuto surrogarsi all'opposizione per consentire l'elezione del Presidente secondo lo Statuto del Consiglio comunale"

“Più che rabbia il capogruppo Galli ci fa tenerezza”. Lo afferma il capogruppo del Pd Francesco Bonifazi che sulla questione dell’elezione alla presidenza della commissione Controllo avvenuta stamani fa alcune precisazioni insieme al vice capogruppo del Pd Angelo Bassi e il capogruppo dell’IdV Giuseppe Scola. “Si affanni pure l’ex candidato del PdL a sindaco di Firenze nel denunciare chissà quali complotti o inciuci – prosegue Bonifazi-; prima di accettare incarichi istituzionali che incidono con il proprio operato sulla vita della città e dei cittadini gli consiglio di studiare le regole che abbiamo: nell’amministrazione della cosa pubblica la superficialità e l’approssimazione non sono contemplati. Sul voto della presidenza della commissione Controllo- aggiungono Bassi e Scola- il Pd e la maggioranza non c’entrano niente. C’entra solo l’ennesima pessima figura di chi, pretendeva di assurgere alla carica di sindaco di Firenze. Oggi l’opposizione ha superato se stessa : ovvero il diritto e dovere di indicare il nuovo presidente della commissione Controllo, ma non sono riusciti a fare una proposta unitaria. Ciò che più sconcerta- fanno presente Bonifazi, Bassi e Scola- è che lo scontro principale è avvenuto fra il PdL e il gruppo Galli ovvero due gruppi che fino a pochi giorni fa erano uno solo. Per altro la discussione è apparsa agli occhi dei consiglieri di maggioranza alquanto surreale poiché in verità lo Statuto del Consiglio comunale parla chiaro e all’art 27 comma 1 impone che 'la presidenza della commissioni Affari istituzionali e Controllo è comunque attribuita alle due minoranze maggiormente rappresentative'. Non per nostra volontà, né per la ‘legge interna’ al Consiglio comunale la presidenza di tale Commissione spetta alla minoranza più numerosa ovvero il PdL. Di fatto – concludono gli esponenti del Pd e il capogruppo IdV- oggi la maggioranza ha dovuto surrogarsi all’opposizione per fare in modo che l’elezione avvenisse a secondo lo Statuto e non secondo la legge dell’approssimazione e superficialità di Galli. Discorso diverso se i candidati fossero stati 2 entrambi del PdL. In quel caso e solo in quel caso il Pd e la maggioranza avrebbero dovuto astenersi”  (lb)