Scomparsa di Antonio Cassese, il ricordo dell'assessore Meucci

L'assessore alle Politiche del territorio Elisabetta Meucci oggi in consiglio comunale ha ricordato Antonio Cassese, recentemente scomparso. Ecco il testo del suo intervento. 

"Aggiungo la mia commemorazione a quella del sindaco, che ieri ha reso omaggio ad Antonio Cassese ricordandone in dettaglio la vita ricca di incarichi prestigiosi e di riconoscimenti nazionali ed internazionali. Non ripeterò qui ciò che ormai è noto a tutti, ma come amica e come esponente del governo comunale, voglio qui ricordare Nino come un uomo fortemente legato alla città di Firenze.
A Firenze approdò infatti nel lontano ’75 come professore ordinario di diritto internazionale presso la facoltà di Scienze politiche Cesare Alfieri. A Firenze ha insegnato per molti anni all’Istituto universitario europeo, e a Firenze, nei primi anni del suo insegnamento e prima di ricoprire incarichi internazionali – ma comunque quando era già un giurista notissimo - non disdegnava di andare a parlare di diritti umani e diritti dei popoli in parrocchie e case del popolo. E lo dico per testimonianza diretta.
Perché, vedete, sta qui la grandezza di Antonio Cassese. Ed anche quello che, come amici, fin dall’inizio della nostra conoscenza ci affascinava, e che oggi gli viene universalmente riconosciuto, sta qui: sta nel fatto che lui, in lui, la teoria si sposava alla pratica.
Tecnico dei diritti umani e nello stesso tempo pronto ad affrontare faticosi viaggi nei luoghi più pericolosi del mondo, su mandato delle Nazioni Unite o dell’Unione Europea, per verificare di persona la condizione reale dei diritti umani nelle carceri più sperdute e violente.
A Firenze aveva anche fondato un master di perfezionamento in Studi politici internazionali, dove accedevano i giovani laureati più brillanti del mondo. E qui ebbe come allieva una giovane jugoslava esperta di economia internazionale che di lì a qualche anno doveva far parte come ministro di quel governo che consegnò Milosevic al tribunale dell’Aia, presieduto proprio da Cassese. Un episodio di rilevanza storica in qualche modo legato a Firenze.
Ed infine a Firenze rimane indimenticabile la prolusione dell’anno accademico, affidatagli dal Cesare Alfieri poco prima del suo pensionamento, con mille studenti seduti per terra in perfetto silenzio, e lui che rivela la sua tempra di maestro oltre che di grande intellettuale, mescolando il diritto internazionale con la filosofia e la letteratura, dando così al diritto quello spessore non solo scientifico ma anche umanistico che deve avere in un paese civile.
Per questo, caro Nino, ci mancherai: mancherai a Firenze, alla sua università e a tutte le persone di buona volontà".
(ag)