Questa mattina la solenne commemorazione delle vittime dell'eccidio di Campo di Marte

Oggi come ogni anno si è svolta la solenne commemorazione delle vittime del bombardamento su Campo di Marte avvenuto il 25 settembre del 1943. La cerimonia si è svolta alle 11 in via Mannelli angolo via Fra Paolo Sarpi , dove è collocata la lapide che ricorda i 215 civili morti quasi al termine della seconda guerra mondiale. Erano presenti, col gonfalone della città la presidente della commissione Pace di Palazzo Vecchio Susanna Agostini e il presidente del Quartiere 2 Gianluca Paolucci, rappresentati di Regione e Provincia, delle Associazioni Partigiani e della Resistenza, le Forze Armate, residenti e circa 200 ragazzi della scuole del territorio cittadino. Il parroco della chiesa Sacro Cuore di via Masaccio, don Stefano Ulivi, ha benedetto la lapide, sulla quale è incisa la frase: “La loro memoria resti monito alle future generazioni dell’orrore della guerra, vera nemica dell’umanità”. “E’ giusto – ha detto il presidente del Q.2 Gian Luca Paolucci - che il quartiere e le istituzioni ricordino questi eventi con cerimonie che sfuggano alla mera retorica, ma rappresentino invece spunto di riflessione profondo per le nuove generazioni. E’ con cittadini attenti e consapevoli del senso della storia che può partire una nuova rinascita”. Il bombardamento, che mirava alla distruzione dell’importante nodo ferroviario della stazione di Campo di Marte e che causò oltre alle centinaia di vittime civili anche pesanti devastazioni, fu una tragica ed inevitabile conseguenza dello sciagurato, disastroso conflitto voluto dal fascismo e segnò l’inizio del tremendo periodo che si concluse nell’agosto del 1944 con la liberazione della nostra città. “A 68 anni di distanza – ha detto la presidente Agostini - resta ancora angosciante ricordare stragi di innocenti come questa. Donne, uomini, bambini 215 persone morte perché si trovavano nei pressi di un importante snodo ferroviario. Alcuni di loro operai che venivano da altre cittá. Lavoravano senza documenti di riconoscimento in tasca; sconosciuti per la cittadinanza che raccolse i loro corpi distesi a
terra all'ingresso della scuola Giotto fino al riconoscimento dei resti da parte di familiari. Ed è per dire no alle guerre che ieri alla 50° marcia della Pace si sono ritrovate 200 mila persone di tutte le età ,sopratutto giovani, per dire no a tutte le guerre presenti nel mondo e la ragione sta proprio nella memoria storica dei drammi umani subiti da persone e popoli come quello italiano che hanno conosciuto occupazione, dittatura razzismo e fascismo” (lb)