Presidenza consiglio comunale, Bertini (PD) scrive al capogruppo Bonifazi: «Rinuncio a candidarmi ma non a lavorare, con più voglia di prima, per Firenze»
Questo il testo della lettera del consigliere Enrico Bertini:
«Caro Francesco,
leggo con stupore che la vicenda della Presidenza del Consiglio Comunale assume un tono che giudico inconcepibile e inaccettabile.
Ci siamo detti al gruppo che occorreva operare insieme una scelta condivisa, presentando più candidature e andando alle consultazioni interne con serenitàe rispetto reciproco. Ho sempre creduto e continuo a credere che la politica sia innanzitutto servizio e disponibilità a dare una mano. Per questo quando alcune amiche e amici del gruppo mi hanno chiesto di mettermi in gioco, ho accettato dopo una lunga riflessione. Non si fa politica per occupare una poltrona, ma per giocare insieme a una squadra. E nella squadra si può giocare in qualsiasi ruolo purché ci sia correttezza e lealtà.
Gli atteggiamenti di queste ore mi lasciano perplesso. E soprattutto rimango sconcertato quando registro le scelte di una parte del nostro gruppo che va a cercare sponde negli altri partiti, presentando le candidature come pro o contro il Sindaco. Addirittura ho letto sui giornali – non smentite – dichiarazioni di autorevoli parlamentari fiorentini che immaginano l’elezione del Presidente come la prima fronda anti Renzi, fronda orchestrata all’interno del PD contro il Sindaco democratico di questa città. Fronda che vedrebbe una parte del mio partito flirtare con una parte dell’opposizione.
La mia idea di politica è profondamente diversa. Se si decide dentro al gruppo, si decide insieme, non si cercano scorciatoie. Se si deve dire qualcosa, la si dice in faccia, non sottovoce o dietro le spalle. E siccome sono un uomo libero che deve rendere conto soltanto alla sua coscienza – e ai propri elettori – e non alla corrente romana del momento, ti comunico ufficialmente che rinuncio alla candidatura alla Presidenza del Consiglio Comunale.
Rinuncio senza polemica, rinuncio con un sorriso sulle labbra, rinuncio con la voglia più forte di prima di lavorare per questa città. Ma non posso partecipare ad un confronto sereno e laico quando qualcuno gioca su più tavoli e mette in discussione la lealtà verso il gruppo, verso il PD e verso il Sindaco. E’ un giochino vecchio stile, condotto non a caso da persone che- nel bene e nel male – hanno già fatto troppe cose in questa città e non si rassegnano a capire che il vento è cambiato davvero, per sempre.
Io non sono un esordiente della politica. Ma non mi stanco di stupirmi quando vedo riemergere certi metodi che pensavo sepolti con il crollo delle ideologie. E che la partecipazione popolare alle primarie – per le quali ho personalmente speso molto tempo, non solo per il mio candidato ma per il mio partito – dovrebbe aver definitivamente fatto saltare.
Va bene così, caro Francesco. Rimango a disposizione del gruppo per lavorare a Firenze, per Firenze. Ma ritira il mio nome dalla corsa, per favore. Non ho mai sgomitato in vita mia figurati se inizio adesso: la politica è servizio, non carrierificio.
In bocca al lupo,
Enrico
Firenze, 23/09/2011».
(fn)