Alle Murate il Festival Costante Cambiamento, dal 16 al 25 settembre Nord Africa e Medio Oriente visti attraverso l'arte contemporanea

Danze, video, installazioni, incontri, collegamenti web con i blogger per raccontare i 'confini in rivolta'

Un viaggio fra i mutamenti sociali e politici in Nord Africa e nel medio oriente visti attraverso l’arte contemporanea. E’ dedicata ai ‘confini in rivolta’ la 15° edizione del festival Costante cambiamento in programma alle murate dal 16 al 25 settembre. L’iniziativa è stata presentata questa mattina in Palazzo Vecchio dalla consigliera membra della commissione pace Francesca Chiavacci, dal direttore artistico Teresa Zurzolo, dal presidente Cospe Fabio Laurenzi, dal coreografo Khalid Benghrib. “Oltre ad essere una manifestazione molto bella – ha spiegato Chiavacci che è intervenuta a nome del Comune- è un’occasione per vedere una rappresentazione vera e non stereotipata di ciò che accade nello scenario geopolitico mediorientale e nordafricano. Non a caso come commissione pace abbiamo intrapreso una collaborazione col Cospe con cui siamo sempre in contato proprio riguardo certi temi strettamente legati ai diritti umani”.In Iran l'hanno chiamata “Onda verde”. In Tunisia è stata definita “Rivoluzione dei gelsomini”. Poi è stata la volta di Egitto, Algeria e Libia, e si è parlato di “Primavera araba”. Al di là delle definizioni, il bisogno di libertà e di giustizia nel giro di pochi anni ha mutato radicalmente lo scenario geopolitico nordafricano e mediorientale. E mentre le ondate di protesta contro i regimi investono violentemente anche la Siria, in molte persone emerge la voglia di conoscere e capire meglio eventi così importanti da segnare la Storia. La 15° edizione del Festival Costante Cambiamento ( da non perdere le coreografie Kawa e Déjà vérité della compagnia tunisina Chatha, il coreografo marocchino Khalid Benghrib con Pavià-k,il video Rap the Casbah, sui movimenti hip hop a Tunisi, e ancora installazioni, incontri e collegamenti web con i blogger) viene incontro a questa esigenza presentando  un programma in cui l'arte dialoga con l'attualità. L'attenzione quest'anno si concentra in particolare sulla situazione geopolitica e sull'arte contemporanea del Nord Africa, con la volontà di approfondire e comunicare i temi legati alla rivolta sociale. Il programma si farà così espressione del fermento creativo contemporaneo che si sta sviluppando fra le nuove generazioni nordafricane, con alcuni focus sulla fragilità dei territori in cui esse si trovano a vivere, operare, creare. Il festival sarà inoltre legato alla precedente edizione da un filo rosso sui nuovi media: Costante Cambiamento continuerà infatti a impegnarsi per i diritti umani e civili proseguendo nell'indagine sul “web sociale” quale strumento di “democrazia digitale” che trasferisce i movimenti dalla rete alla strada. L'apertura, il 16 settembre, dopo l'aperitivo inaugurale (ore 19), vedrà protagonista il danzatore e coreografo marocchino Khalid Benghrib (Carolyn Carlson, Heddy Maalem, Régine Chopinot, Jean Froncois Duroure, Martin Scorsese) che con la performance Pavià-k si interrogherà sul significato di spazio pubblico e spazio sacro nei paesi arabi contemporanei (Chiesa Sconsacrata di Santa Verdiana, ore 21, in replica il 17). Gli altri due imperdibili appuntamenti per gli amanti della danza contemporanea saranno affidati alla compagnia tunisina Chatha che il 23 proporrà Déjà vérité, performance ispirata ai movimenti della Primavera araba e ai giovani del Maghreb (Chiesa Sconsacrata di Santa Verdiana, ore 21), mentre il 24 (e in replica il 25) presenterà in prima nazionale il suggestivo Kawa – Solo pour deux. Ispirata a uno dei più grandi poeti del mondo arabo, Mahmoud Darwish, l'azione del danzatore Hafiz Dhaou si muoverà tra mille tazze di porcellana che invaderanno lo spazio scenico dando all'aroma del caffé un significato simbolico, temporale e rivoluzionario (Le Murate, Sala Vetri, ore 21). Tantissime inoltre le occasioni per approfondire alcuni aspetti culturali e sociali nati in territori di scontri, come il video della reporter Laura Sponti, Rap the Casbah (21 settembre, Le Murate, Sala Vetri), che guarda alla scena del rap indipendente nel momento in cui la Tunisia è nel pieno della rivolta, il workshop La primavera araba: parole e azioni della libertà sull'altra sponda del Mediterraneo, con l'analista tunisino Omeyya Seddik in collegamento web (sempre il 21) o ancora il forum del 22 settembre Tunisia: lacrimogeni e gelsomini, una strana rivoluzione, in cui interverranno, tra gli altri, Moez Chemkhi (rifugiato politico durante il regime di Ben Alì) e, via web, Lina Ben Mhenni, autrice del noto blog “A tunisian girl”. Da segnalare infine il progetto curato da Cospe Regueb revoloution et renouveau che promuove l’attivazione di una frequenza radio che possa comunicare nel raggio di ascolto di 50 km nella zona rurale di Regueb, in cui molti giovani non hanno accesso al web.

(lb)