Laboratorio degli Arazzi, Bieber (Pd): "Necessario un impegno di tutta città per la salvaguardia di questa realtà unica nel nostro Paese"

L'appello del presidente della commissione Cultura agli imprenditori fiorentini

“Un istituto di eccellenza per la nostra città, unico in tutta Italia, rischia di chiudere per la mancanza di fondi e di personale. A nome di tutta la Commissione cultura faccio appello agli imprenditori privati, fiorentini e non, in particolare del settore moda e dei filati, affinché attraverso il loro contributo collaborino con le istituzioni pubbliche e contribuiscano alla sopravvivenza di quest’importante realtà.” Così il presidente della commissione Cultura di Palazzo Vecchio Leonardo Bieber (Pd) dopo il sopralluogo della commissione nel Laboratorio di restauro degli arazzi, diretto dall'Opificio delle Pietre Dure, che si trova all’altezza del camminamento di ronda di Palazzo Vecchio, nella Sala così detta delle Bandiere e dove vengono restaurati arazzi provenienti da ogni angolo di Italia (alcuni di essi si trovano al Quirinale, al Senato della Repubblica ed alla Camera dei Deputati). Un lavoro, rigorosamente fatto a mano ed un patrimonio incredibile di conoscenze acquisite nel tempo che, secondo quanto riportato dalla Direttrice del laboratorio, Clarice Innocenti, “rischiano di scomparire per sempre”. Il laboratorio, unico a livello statale, rischia infatti di chiudere i battenti, dopo oltre 25 anni di attività, a causa della mancanza di risorse e di personale che ad oggi quasi tutto precario. Gli unici fondi di sostentamento del Laboratorio, che fa capo all’Opificio delle Pietre Dure, arrivano infatti dal Ministero, visto che il Senato ed importanti privati (quali l’Ente Cassa) dopo un lungo periodo di impegno economico non hanno più commissionato lavori di restauro, così che con la cifra elargita dal Ministero stesso non si riesce più a impostare nuovi lavori.
“Il laboratorio di restauro degli arazzi - ha aggiunto Bieber-,  con il suo patrimonio di conoscenze, di materiale e di personale, rappresenta davvero un’eccellenza unica per la città di Firenze e per il nostro Paese. Non possiamo permettere che ciò venga disperso o dimenticato: a nome della Commissione, faccio appello ai privati, con particolare riferimento a quelli nel settore della moda e dei filati, che forse potrebbero essere interessati più di altri ad investire nel restauro degli arazzi, affinché contribuiscano alla salvaguardia ed alla tutela di questa realtà”.
Ricordiamo che gli arazzi del laboratorio, realizzati tra il 1545 e il 1553 dalla manifattura medicea fondata dal granduca Cosimo I, provengono da una preziosa collezione di venti esemplari tessuti dai fiamminghi Rost e Karcher su cartoni realizzati dal Pontormo e dal Bronzino. Nello specifico, dieci di essi si trovano dal 1886 al Quirinale, mentre gli arazzi fiorentini hanno adornato per quasi 100 anni le pareti della Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio fino al 1983, quando furono rimossi per effettuare una diagnosi sul loro stato di conservazione. Per evitare di condurre gli arazzi fuori della loro sede "naturale" fu quindi deciso di restaurare e attrezzare il grande ambiente della Sala delle Bandiere, così chiamato perché costruito ai tempi di Firenze capitale del Regno per ospitare le bandiere dei comuni d'Italia e da lungo tempo inutilizzato per il loro restauro, che, completo di vasca per il lavaggio come del laboratorio di tintura, fu inaugurato nel 1986. Lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha presenziato alla cerimonia di presentazione del restauro degli arazzi raffiguranti le storie di Giuseppe l'Ebreo nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio il 17 dicembre 2009 a Firenze. (lb)