Susanna Agostini (PD) e Tommaso Grassi (Gruppo Misto) incontrano i rappresentanti del "Cote d'Ivoire Coalition"
Questo l’intervento della presidente della commissione Pace e diritti umani Susanna Agostini (PD) e del consigliere Tommaso Grassi (Gruppo Misto)
“Nel settembre del 2010 abbiamo incontrato a Firenze Jacqueline Lohou Oble, candidata alle elezioni presidenziali, finite poi in un bagno di sangue. Oggi assistiamo a più di 100 giorni di reclusione del Presidente Gbagbo, ufficialmente rappresentante di più del 50% degli ivoriani, a otto mesi dalle elezioni farsa che hanno avuto l’unico scopo di provocare un ulteriore inasprimento delle condizioni di vita per donne uomini e bambini. Questa mattina abbiamo incontrato i rappresentanti locali per alzare il livello di informazione internazionale sull’aggravarsi della situazione”.
“Gli Ivoriani si stanno organizzando nel mondo intero per denunciare l’illegalità e l’offesa subita. Sono fortemente allarmati per i lutti, le violenze e per l’ingerenza del governo francese negli affari interni. L’economia si regge su attività agricole commerciali, un esempio è il cacao, ma l’autodeterminazione della popolazione ivoriana è distrutta da referenti ribelli che diffondono paura attraverso assassini e rapimenti quotidiani - affermail Delegato nazionale della Cote d’Ivoire Coalition con delega ai rapporti con le organizzazioni politiche e sindacali Jeremie Goutto -. Esprimiamo particolare preoccupazione per le condizioni di salute del Presidente Gbagbo che rischia di divenire un secondo Patrice Lumumba e senza il quale qualsiasi riconciliazione è poco credibile. E’ indispensabile quindi fare chiarezza sulle condizioni in cui è costretto a vivere in detenzione.”
L’associazione Cote d’Ivoire Coalition con sede internazionale a Washington, ha unasede nazionale italiana a Parma e altre sezion in Canada, Stati Uniti, Francia, Svizzera, Germania.
Luca Monducci, Zago Miryam Sephorà e Thierry Avi – collaboratori della sezione fiorentina che, insieme a Jeremie Goutto,abbiamo incontrato questa mattina resteranno gli interlocutori per amplificare attraverso Firenze all’Europa intera l’emergenza umanitaria che persevera in Costa d’Avorio – un milione di rifugiati su una popolazione di 21 milioni di persone – una lista di detenuti istituzionali e rappresentanti noti del mondo della cultura della politica, intellettuali imprigionati in carceri disumane e torturati, senza alcun capo d’accusa, solo per aver rispettato la Costituzione del loro Paese”.
(fdr)