Gli stemmi e i blasoni della facciata del Duomo, una pubblicazione racconta la loro storia

Giani: "Ecco chi contribuì economicamente, in una sorta di sottoscrizione popolare, alla realizzazione della facciata ottocentesca di Santa Maria del Fiore"

La storia degli stemmi della facciata di Santa Maria del Fiore, il perché ci sono e perché furono messi. Stemmi, blasoni, semplicemente nomi per dire chi contribuì economicamente, in una sorta di sottoscrizione popolare, alla realizzazione della facciata ottocentesca progettata da Emilio de Fabris. Ora è tutto raccolto in una pubblicazione pensata dal presidente del consiglio comunale Eugenio Giani e realizzata dal dottor Leonardo Cappelletti che ha concluso il master in comunicazione dei beni culturali presso l’università di Firenze e ha svolto un po’ di tirocinio presso la Presidenza del Consiglio comunale. “Il lavorodi Cappelletti – ha detto stamani Giani presentando il volume- ha prodotto una tale mole di documentazione che ha reso plausibile un testo vero e proprio che ripercorra quegli anni e le vicende che portarono a costruire la nuova facciata marmorea”. Lo scoprimento ufficiale della facciata marmorea fu il 12 maggio 1887, ma è nell’arco di più di vent’anni che si costituì una Deputazione promotrice che raccolse risorse ingenti dalle famiglie nobili di Firenze come da personaggi illustri del nuovo mondo imprenditoriale. Parteciparono anche famiglie famose per il mecenatismo culturale, impiegati comunali. “Un esempio di partecipazione popolare – ha aggiunto Giani- alla costruzione della facciata del Duomo che rimane una pagina incomparabile nella storia della città”. Sugli stemmi Cappelletti dice che non era mai stato fatto uno studio specifico. Ma la storia che c’è dietro questi numerosissimi stemmi marmorei, anche colorati, è una vicenda che ha coinvolto a partire dlla metà del XIX secolo l’intera cittadinanza fiorentina in momento di grave crisi economica. “I fiorentini di allora – spiega Cappelletti- non esitarono a rimboccarsi le maniche e mostrare la loro genuina generosità per raccogliere fondi necessari affinché il Duomo della città potesse finalmente essere dotato di una facciata che ricordasse al mondo la grandezza e il prestigio di Firenze”. (lb)