Liste bloccate e sovranità del cittadino, Bonifazi (Pd): "Riforme semplici e necessarie"
Questo l'intervento del capogruppo del Pd Francesco Bonifazi per il convegno "Liste bloccate e sovranità del cittadino" in corso nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio
"In Italia è ormai da un ventennio che si è aperto un dibattito ed uno scontro sulla legge elettorale, o meglio sulle leggi elettorali, se teniamo conto che la questione investe sia il tema della legge nazionale che quello delle leggi regionali.
A mio avviso, in uno Stato “normale” dovrebbero esistere alcuni punti fermi e alcuni problemi di fondo risolti. Tra questi dovrebbero farne parte la Costituzione ( regola delle regole) e la legge elettorale.
Al contrario, assistiamo costantemente a continui proclami di modifiche costituzionali, spesso a stravolgimenti materiali della costituzione formale e ad una continua rimessa in discussione di riforme elettorali appena varate.
Su quest’ultimo tema siamo forse il Paese del mondo che negli ultimi anni ha visto più volte cambiare le regole elettorali. E’ quasi superfluo ricordare come tutto questo sia riconducibile a quella “incompiuta transizione” che da troppi anni caratterizza il nostro Paese e alla perdurante mancanza di un “comune e responsabile sentire” tra le maggiori forze politiche, almeno su alcune questioni essenziali che riguardano le cosiddette “regole del gioco”.
L’attuale conservatorismo della maggioranza sul tema di una nuova riforma elettorale non spinge all’ottimismo. Eppure, dal mio punto di vista, il Porcellum rappresenta quanto di peggio ci possa essere in termini di regole elettorali e di comportamenti che vengono prodotti dall’adozione di queste regole.
Non c’è solo, fatto di per sé anomalo ed indecente, l’assegnazione di un premio di maggioranza scandaloso e inconcepibile in un qualsiasi altro paese democratico, ma vi è un vero e proprio sequestro per gli elettori della possibilità di scegliere i propri rappresentanti da parte delle segreterie dei partiti. Ciò accade non solo prima delle elezioni, ma addirittura dopo le medesime. Infatti, la possibilità di candidarsi ed essere eletti in più circoscrizioni rende possibile esercitare la rinuncia laddove risulti maggiormente conveniente far passare il parlamentare “non eletto” che dia maggiori garanzie di fedeltà.
Con questo sistema non si favorisce un rapporto tra candidato/parlamentare e cittadino, né si favorisce il merito (e talvolta anche l’onestà dei candidati). Al contrario, si determina un vero e proprio rapporto di vassallaggio tra parlamentari eletti e vertici del partito. Continuare con questo sistema rende impossibile ricostruire un clima di fiducia e di rispetto tra la politica, la società ed i suoi cittadini.
Ebbene, la domanda che si impone è se in questo Paese sarà possibile affrontare scelte difficili e realizzare le riforme senza però colmare il deficit di rappresentanza, di fiducia, di democrazia.
E quindi penso che sia necessaria una riforma elettorale che risponda almeno ad una serie di esigenze primarie e irrinunciabili:
1) restituire agli elettori la possibilità di scegliere i singoli parlamentari;
2) non espropriare i cittadini del diritto di scegliere la coalizione di governo: chi vota deve sapere chi governerà e con quali programmi.
Al contempo sarebbe estremamente importante riuscire ad elaborare una “semplice” riforma istituzionale che riduca il numero dei parlamentari, superi il concetto di vitalizio, superi, infine, il bicameralismo perfetto, con un Senato delle autonomie.
Occorre fare in fretta.
Le iniziative referendarie per cancellare il Porcellum sono comprensibili. Credo però che la difficile situazione politica attuale imporrebbe, soprattutto nella maggioranza, una presa di responsabilità per giungere velocemente ad una riforma largamente condivisa.
La speranza è l’ultima a morire, ma sono dubbioso della responsabilità e della capacità della maggioranza di governo.
Quindi nel caso in cui la riforma non venisse approvata, il centro sinistra ed il partito democratico dovranno garantire i due principi fondamentali (possibilità di scegliere i parlamentari e la maggioranza di governo) attraverso l’unico strumento che rimane a disposizione: le primarie.
Primarie aperte, contendibili, in primo luogo per il candidato premier ed in secondo luogo per i candidati al parlamento.
Le recenti elezioni amministrative sono state una grande prova di democrazia e di responsabilità. Non solo da parte dei cittadini del centrosinistra, ma finalmente anche una prova di intelligenza politica dei partiti e delle forze del centrosinistra: abbiamo vinto laddove si sono svolte primarie libere ed aperte.
Insomma, se il conservatorismo crepuscolare di Berlusconi ci impedirà anche oggi di migliorare questo Paese, dobbiamo essere noi a dimostrare di essere capaci di farlo, senza paura"
(lb)