Publiacqua, Amato (AL): "Numeri disastrosi e preoccupanti nel rapporto Ait. Una debacle gestionale"

La consigliera: "Mancati investimenti, fiumi di acqua perduti e aumento delle tariffe. Amministratori ne rispondano. Presenterò un'interrogazione"

“I numeri che emergono dal rapporto Ait sono disastrosi e mettono in luce una vera e propria debacle gestionale. Amministratori e chi non ha controllato ne deve rispondere politicamente”. E’ la denuncia di Miriam Amato che, numeri alla mano, torna all’attacco della gestione del servizio idrico da parte di Publiacqua: “Presenterò un interrogazione per costringere l'amministrazione a occuparsi di queste incongruenze”.
“Fiumi di acqua andati perduti, mancati investimenti e aumenti tariffari: i dati confermano le denunce dei cittadini, lavoratori e comitati. Con il cambiamento climatico in atto e l’emergenza siccità che è stata per mesi tema di attualità emerge come la percentuale delle perdite sia tra il 38% ed il 39%, rispetto a una media nazionale già elevata del 31.2%. Se 82 milioni sono stati i metri cubi fatturati nel 2016, quasi 169 mln quelli prelevati, con 8 milioni prelevati da corpi idrici superficiali. Rimane così un disavanzo di 79 milioni:
considerando che il costo medio a mc è di 2.78 per gli utenti di Publiacqua, si può dedurre una perdita economica di 219 mln di euro” è la denuncia di Amato.
“Ma a destare sconcerto sono mc che mancano all'appello. 169 milioni sono i mc prelevati, che diventano 161 se si considera gli 8 milioni che vengono riversati. Il 38% di 161 milioni equivale a 61mln di metri cubi: 18 in meno rispetto ai 79 dichiarati. Che fine hanno fatto? Troppi sono i quesiti senza risposta da parte di chi lucra sulla risorsa idrica che gli italiani vogliono pubblica” puntualizza la consigliera.
“I dati mettono in luce i problemi di una rete obsoleta, in tutta la Toscana: il 73% di essa è stata realizzata prima del 1985 e il 27,9% ha più di 50 anni. Nel frattempo le bollette degli utenti di Publiacqua sono aumentate del 4%, con una quota fissa di 49,82, a fronte di una media nazionale che è di 27,8 come quota fissa. Per una famiglia di 5 persone la spesa annua supera i 700 euro” prosegue Amato che poi rende noto: “Gli utili ammontano a 29.879.456 di cui 18.000.000 distribuiti tra i soci”.
“La nota dolente, collegata ai problemi della rete, è quella degli investimenti, che sono stati il 9% in meno di quelli previsti: sono stati oltre 72milioni quelli effettivamente effettuati, a fronte dei 78.850.523 previsti. Se consideriamo gli investimenti netti previsti di 73.304.091, Publiacqua ne ha realizzati solo 66.592.650 con una differenza di 6.711.441. Fra questi rientrano i lavori di Lungarno Torrigiani, costati 7,6 milioni di euro che non si esclude di ritrovare in bolletta nel prossimo anno. Gli investimenti lordi pianificati sono di 347 mln, di cui il 46% riguardano manutenzioni e sostituzioni: fanno rientrare negli investimenti le manutenzioni facendo passare anche quelle ordinarie come straordinarie? Tuttavia la società prevede di investire circa 170milioni di euro per Acea 2.0, un sistema informatico che segnerà la dipendenza dalla società romana” puntualizza la consigliera di Alternativa Libera.
“Infine mentre gli utenti piangono lacrime amare, anche i lavoratori fanno i conti con una situazione di difficoltà. La situazione è tutt’altro che rosea. I livelli occupazionali sono diminuiti e le professionalità non valorizzate. Ad oggi Publiacqua ha 608 dipendenti di cui 4 quadri e 18 dirigenti, gli operai sono 252 e gli impiegati 305. Il costo dei quadri è quasi quattro volte quello di un operaio, mentre quello dei dirigenti è circa il doppio. Numeri impressionanti che mettono in mostra la gestione deficitaria di questi anni, le inefficienze, le opacità e un sistema misto che sta mostrando seri limiti. Le gravi ripercussioni sui servizi offerti ai cittadini hanno delle responsabilità chiare: il management che ha guidato la società in questi anni e una politica che non ha saputo o voluto controllare” conclude Amato. (s.spa.)