"La quadratura del cerchio" di Teresa Lucente giovedì 26 ottobre alle 17,30 presso la Biblioteca delle Oblate
Il tema del femminile divino, il rapporto fra umanità e divinità, il significato dell’identificazione fra il settimo giorno della creazione e l’incarnazione proposto da Ildegarda di Bingen, badessa tedesca del XII secolo, sono alcuni degli aspetti “innovativi ed audaci” del libro di Teresa Lucente La Quadratura del cerchio. Incarnazione e libertà nel ‘Liber Divinorum Operum’ di Ildegarda di Bingen che verrà presentato il 26 ottobre alle 17.30 a Firenze nella Sala Storica della Biblioteca delle Oblate (via dell’Oriulo 24).
Oltre all’autrice interverranno Maria Federica Giuliani, Presidente Commissione Cultura e sport del Comune di Firenze che sottolinea come si rinnovi, con questo appuntamento, la collaborazione tra l'amministrazione comunale e l'associazione Donne di Carta; Maria Rosaria Ambrogio, Presidente dell’Associazione Donne di Carta; Massimo Squillacciotti, Docente di Antropologia Cognitiva, Università di Siena; Isabella Gagliardi, Docente di Storia della chiesa, Università di Firenze.
Numerosi gli ambiti di studio che si sono interessati al testo di Ildegarda – Gender Studies, musicologia, nuova teologia, Antropologia cognitiva (ambito in cui il lavoro di Teresa Lucente è stato concepito), Storia della filosofia medievale – testo che l’autrice affronta però in modo totalmente nuovo ed originale focalizzando l’attenzione sull’iconografia. Il Liber divinorum operum viene letto quindi restituendo alle immagini la priorità che la visualizzazione ebbe nell’esperienza della badessa di Bingen, e mettendo le immagini stesse in relazione con una simbologia geometrico/spaziale (croce, centro, cerchio, quadrato, mandala) e numerico temporale (numeri e ritmi archetipici).
Durante la presentazione, le parole di Ildegarda saranno affidate alle Persone Libro di Siena e Firenze che con le loro voci regalano emozioni valorizzando la bellezza della memoria e la forza dell’oralità “Tutto ciò che imparo e vedo in visione, rimane per lungo tempo nella mia memoria, così che ricordo ciò che ho visto e udito una volta”. (s.spa.)