Vendita del Cinema Spazio Uno. Donella Verdi (Frs-SI): "ENEL in questo modo rischia di far cessare un'esperienza sociale e culturale di cui Firenze ha bisogno"

"Il sindaco ha il dovere di fare tutto quanto è nelle sue possibilità per evitare questa ulteriore perdita di identità della città"

“L’assessore Bettarini in risposta al Question Time sulla possibile vendita da parte di ENEL del Cinema Spazio Uno – spiega la consigliera di Firenze riparte a sinistra-Sinistra Italiana Donella Verdi – risponde che un buon Regolamento Urbanistico prevede anticorpi per arginare questioni come quella della chiusura dei cinema, in particolare cita l’art. n. 43, le cui norme tecniche prevedono che non più del 60% deve essere mantenuto come cinema. Ma non risponde alla domanda sulla superficie utile del Cinema Spazio Uno: se fosse inferiore ai 2.000 metri quadri, infatti, il Comune potrebbe essere sottoposto a ricorsi davanti al TAR per aver mantenuto il vincolo in maniera impropria.
L’ex Gambrinus, che vedeva la presenza di un Cinema prestigioso, ha vissuto una totale trasformazione con l’Hard Rock Cafè, e di cultura è rimasto davvero poco.
Spazio Uno è un cinema storico di Firenze, radicato nella città, nato negli anni’60 come cine-club, come molti negli anni successivi ne erano nati in città.
ENEL lo vuole vendere e in questo modo far cessare un’esperienza sociale e culturale di cui Firenze ha bisogno.
E’ un Cinema che ha resistito negli anni alla crisi ed alla chiusura, a differenza di tanti altri cinema territoriali, per quanto capaci di offrire esperienze di qualità.
Un Cinema, quello di Spazio Uno, che grazie alla varietà delle proposte, degli orari e dei prezzi, va bene. Un cinema che ha mantenuto spettatori a cui piace il cinema di qualità e che ha retto e anzi aumentato sia gli spettatori che gli incassi e che ora chiede ai fiorentini ed agli spettatori di scrivere e inviare mail al Sindaco affinché si adoperi per non far cessare questa esperienza, importante per Firenze e per la sua identità.
La grande distribuzione li ha strangolati e sostituiti con le grandi catene cinematografiche, con nuove strutture più simili a dei supermercati che a luoghi di cultura e di sapere.
Al Variety è sorto proprio un supermercato, per continuare con il Colonna, il Ciak, lo storico Cinema Universale, trasformato in appartamenti, il Fulgor che ha perso la sua insegna e non sappiamo ancora se riaprirà e con quali caratteristiche.
Il gestore – aggiunge Donella Verdi – chiede più tempo per poter creare le condizioni affinché Spazio Uno possa continuare a esistere e a produrre cultura.
Crediamo che il Sindaco abbia il dovere di fare tutto quanto è nelle sue possibilità per evitare questa ulteriore perdita di identità della città, che contribuirebbe ad un suo ulteriore svuotamento per lasciare il posto magari ad altri luoghi dove si mangia, ad appartamenti o a supermercati, come è avvenuto all’Universale e al Variety. O, nel migliore dei casi, comunque, a uno snaturamento dell’attuale attività di Spazio Uno”. (s.spa.)